Stress: la Patologia non ancora Diagnosticata
Lo stress è uno dei mali del nostro secolo. La gestione del lavoro, della famiglia, della vita privata, tutto a ritmi sempre più frenetici e con sempre crescenti esigenze, può essere fonte di stress, che ci porta ad essere perennemente agitati, poco lucidi e fisicamente provati.
Sintomi come: mal di testa, eruzioni cutanee, alopecia, calo della libido, sonnolenza, stanchezza, confusione mentale cronica, spesso possono essere imputabili allo Stress.
Una vera e propria sindrome di ri-adattamento in cui ”stressor” esterni compromettono il nostro equilibrio.
Lo stress è il motore dello stato infiammatorio cronico, principale fattore di rischio per tutte le malattie croniche (malattie cardiovascolari, tumori, diabete, demenze, ecc.)
Lo strano caso delle infermiere americane
Che lo stress, fisico ed emotivo, sia un fattore determinante al giorno d’oggi lo conferma l’interesse dei ricercatori della Harvard School of Public Health che hanno pubblicato un’analisi del loro grande studio di 16 anni sulle infermiere americane circa la relazione tra la frequentazione di funzioni religiose e la mortalità.
La funzione religiosa intesa come meditazione, per le infermiere americane appunto, è stata valutata in ”quante volte andavano in chiesa”, ma è estendibile al buddismo, islamismo, ebraismo o qualsiasi altra forma di meditazione, e quindi, a quella pratica che rilassa la mente, rallenta la respirazione e riduce la frenesia della vita.
Interpretando i 13.000 decessi nel corso dello studio è chiaramente apparso che le infermiere che andavano in chiesa 2 volte a settimana avevano -20% di mortalità (a parità di tutti gli altri fattori), coloro che andavano 1 volta a settimana manifestavano il 10% in meno di mortalità; le infermiere che alla domanda ”Quante volte andate in chiesa?” rispondevano ogni tanto avevano una mortalità inferiore del 5% rispetto ad infermiere che non andavano mai.
Dati da interpretare con cautela ma che suggeriscono in maniera molto chiara quanto sia importante e necessario ridurre lo stress per ridurre lo stato infiammatorio cronico, una patologia importante, non ancora diagnosticata.
Stress come ridurlo e come gestirlo?

Come si può ridurre lo stress tramite alimentazione e buone abitudini?
Numero 1: rispetta il tuo ritmo biologico, svegliati di buon mattino, lavora ed allenati nella prima parte della giornata e dedicati ad un relax serale: spegni il telefono 2 ore prima di andare a dormire.
Numero 2: Mai provato la restrizione calorica serale? Dedicati 2 giorni a settimana in cui ridurre il volume della cena oppure, fai una cena molto molto leggera. Bevi tanto, anche una tisana.
Numero 3: Goditi un buon sonno, inizia a prepararlo a partire dalla seconda parte della giornata: ultimo caffè alle 14.00!
Numero 4: Kit serale per rilassarsi ed alzare l’umore a base di camomilla, cubettino di cioccolato fondente e magnesio!
La fitoterapia contro lo stress
Alcune piante utili nella gestione dello stress possono essere Biancospino, Melissa, Verbena, e Griffonia e tante altre… La fitoterapia può essere un valido aiuto per chi soffre di stress o ansia leggera.
Si tratta di momenti passeggeri, che non devono spaventare, ma alle stesso tempo devo anche essere gestiti, questo perché lo stress complica le cose: ci fa sentire stanchi ed affaticati, non permette di perdere peso, ci espone più facilmente a malanni influenzali, solo per citarne alcuni.
La Griffonia in particolare è fonte di Triptofano. Il triptofano è un aminoacido fondamentale per la produzione della serotonina, il neurotrasmettitore conosciuto come ormone della felicità. Dosi corrette di triptofano, associato ad una flora batterica intestinale in salute, permette di sostenere il tono dell’umore e quella positività per affrontare la giornata.
Perché è importante la flora batterica per il triptofano?

Sebbene la maggior parte delle proteine ingerite sia digerita e assorbita, quantità significative di proteine e aminoacidi (dai 6 ai 18 grammi al giorno) possono raggiungere il colon dove una gamma di batteri commensali finiscono il lavoro di degradazione… Il triptofano viene infatti degradato da una moltitudine di batteri e non solo dai classici “proteolitici” (batteri abituati a digerire le proteine).
Un corpus crescente di letteratura suggerisce che il microbiota intestinale produce una serie di cataboliti del triptofano (tra cui indolo e triptamina)… queste molecole sono importanti per una serie di funzioni e contribuiscono l’omeostasi intestinale e sistemica. Nello specifico, il metabolita del Triptofano, TRIPTAMINA è un neurotrasmettitore di Beta-arilammina.
Nell’intestino induce il rilascio di serotonina che a sua volta stimola la motilità gastrointestinale agendo sui neuroni del sistema nervoso enterico. L’INDOLO invece, è in grado di modulare la secrezione del peptide GLP-1, il quale detiene un ruolo determinante sull’appetito e sullo svuotamento gastrico.
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