Che si chiami digiuno, digiuno intermittente, stop metabolico, alimentazione a tempo limitato, diete che imitano il digiuno o, più laicamente, restrizione calorica, una cosa è sicura: i benefici di ridurre l’apporto calorico sono evidenti.
I ricercatori, che da ormai diversi anni studiano la biochimica e la fisiologia che sottende a momenti di restrizione calorica, hanno descritto numerosi meccanismi benefici, e soprattutto, comprovati sull’uomo.
Digiuno intermittente: una pratica all’avanguardia
La pratica del digiuno risponde al bisogno permanente del cristiano ortodosso di conversione, di richiesta di ”perdono per i peccati”, d’implorazione dell’aiuto divino, di rendimento di grazie e di lode al Padre. Digiuno e astinenza non sono forme di disprezzo del corpo ma strumenti per rinvigorire lo spirito.
Per i musulmani il motivo del digiuno è ”l‘autocontrollo”: “Secondo questa religione monoteista, quando una persona è vinta dai desideri e dalle brame materiali, diventa negligente riguardo al proprio essere spirituale e indifferente agli obblighi imposti dal Creatore. Perciò, per aiutare l’uomo a combattere queste bramosie materiali, l’Onnipotente ha imposto il digiuno come obbligo. Il digiuno durante il mese del Ramadan non è per un’espiazione o un pentimento. Non è neppure una specie di castigo; è invece un rito religioso caratterizzato da un proposito positivo”.
Il buddhismo afferma che “il digiuno è un modo per esercitare il controllo sul proprio corpo, un mezzo per ottenere un livello più alto di spiritualità, cioè svegliarsi, una fase iniziale di autodisciplina. Buddha stesso aveva digiunato prima di essere illuminato e la sua illuminazione non giunge durante il digiuno ma subito dopo, cioè dopo averlo interrotto. Questo avviene perché non è il cibo, né l’astensione da esso che porta alla liberazione, ma la moderazione”.
Sapevi che il Digiuno fa parte da sempre della nostra Dieta Mediterranea?
Il 1970 è l’anno in cui fu pubblicato lo studio tuttora più celebre sulla nutrizione umana: il Seven Country Study del fisiologo americano Ancel Keys. Da quel momento in avanti la Dieta Mediterranea conquistò l’interesse e la fama in tutto il Mondo. (Seven Country Study, Ancel Keys biologo, fisiologo ed epidemiologo 1904 – 2004)
Lo studio comparò i regimi alimentari di 12.000 persone circa di 7 stati diversi (Stati Uniti, Olanda, Grecia e Creta, Finlandia, Giappone, Italia ed ex Jugoslavia). I ricercatori cercarono di collegare la tipologia di alimentazione con l’incidenza di malattie cardiovascolari e invecchiamento sano. Gli esiti di questa imponente ricerca condussero il ricercatore Ancel Keys a battezzare la Dieta Mediterranea di Italia, Grecia e Creta quale miglior stile di vita per vivere meglio e più a lungo.
Nota di merito: Creta fu la punta di diamante.
Il professor Keys continuò a eseguire periodicamente, per tutta la sua carriera di professore emerito all’Università del Minnesota, il follow-up di questo studio e dedicò l’intera vita alla diffusione delle sue ricerche. I successivi cinquanta anni di studi e approfondimenti gli diedero ragione. Oggi infatti, la Dieta Mediterranea non è solo un modello nutrizionale di riferimento per la prevenzione e la salute ma, nel 2010, è stata inserita nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità come bene protetto dall’UNESCO.
Gli abitanti dell’isola di Creta erano cristiani ortodossi, e quindi, grandi digiunatori.
I risultati più brillanti si trovavano nell’isola di Creta. Ovvero i cittadini di quell’isola erano stranamente meno soggetti ad aventi cardiovascolari ed invecchiavano in maniera sana.
Fu così che nel 2004 Joeffry Cannon, scrittore scientifico e direttore della rivista Public Health Nutrition , pubblica un articolo ‘’Out of the Christmas Box’’ dove formula un’ipotesi quasi provocatoria. Secondo Cannon, il Seven Country Study di Ancel Keys, ‘’potrebbe’’ non aver tenuto conto di una pratica importante dei cittadini cretesi: il digiuno.
È noto infatti che la Chiesa ortodossa greca, ancora oggi molto diffusa nelle zone rurali, osservi il digiuno periodico: tutti i mercoledì e venerdì, 15 giorni prima dell’Assunzione, 48 giorni prima della Quaresima, 40 giorni prima del Natale.
I ricercatori dell’epoca del Seven Country Study, intervistati immediatamente, affermarono che ”effettivamente” il 60% del campione di cittadini cretesi, aderiva ai dogmi del cristianesimo ortodosso, e che quindi il digiuno era parte integrante della loro Dieta Mediterranea.
Si stima che nei prossimi 10 anni ci sarà un Premio Nobel per le scoperte associate ai benefici del digiuno.
Preso atto che il Digiuno è stato una variabile importante, o un fattore di confondimento, i ricercatori di tutto il Mondo hanno cercato di studiare i suoi benefici. Prima di riassumere alcuni aspetti interessanti, potremmo riassumere,
I 4 principali benefici del Digiuno Intermittente
- Il riposo dell’apparato digerente. Il digiuno e l’inattività dell’apparato digerente rendono possibile la normalizzazione delle sue funzioni, con benefici che si ripercuotono all’intero organismo. Particolari vantaggi li possono ottenere le persone che hanno problemi di digestione dovuti alla cattiva alimentazione tipica di alcune culture alimentari odierne.
- Il risparmio energetico. Permette un aumento dei processi depurativi grazie all’attivazione degli organi emuntori (reni, pelle, ecc.) per i quali diventa disponibile l’energia risparmiata, questo permette un abbassamento della tossiemia.
- L’autolisi. Per autolisi s’intende il consumo di materia cellulare che necessariamente occorre durante il digiuno. Le cellule invecchiate, poco vitali, degenerate sono utilizzate per nutrire le cellule vitali. In tal modo, si ringiovaniscono i tessuti, si rigenera l’organismo.
- Gli effetti psichici. L’alimentazione veicola, per mezzo del cibo, materia organica di varia natura, stimoli e sensazioni di molte tipologie: non solo gustative e olfattive, ma anche visive, termiche, tattili. L’intero processo di alimentazione agisce sulla sfera affettiva risvegliando ricordi, emozioni e comunicando significati simbolici. Fermando questo processo si possono ottenere rilassamenti in quest’attività di continua intossicazione psicologica permettendo una pausa molto utile.
Alla voce ‘’digiuno intermittente’’ digitata sul motore di ricerca Pubmed, compaiono 120.311 risultati (mentre scrivo). Restringendo la ricerca a solo studi clinici e, solo sull’uomo, siamo a 11.693. Non so se rende l’idea, ma la cifra è considerevole, soprattutto se affiancata a veri e propri must, un esempio su tutti, totale ricerche Vitamina C: 64.720.
Gli effetti del digiuno sul Microbiota intestinale umano
Una dieta di restrizione calorica modifica il microbiota intestinale. In primo luogo, alcuni studi suggeriscono che il digiuno equilibra il rapporto tra batteri Firmicutes e Bacteroidetes. Un rapporto che sembra associato, se alterato, a fenomeni di disbiosi e obesità. Sembra cioè che una diminuzione dei bacteroidetes ed un aumento di firmicutes si riscontri in soggetti con elevato BMI (indice di massa corporea); l’esatto opposto avviene nei soggetti normopeso.
Altri studi hanno notato un aumento della specie Akkermansia muciniphila , un batterio che nutrendosi della mucina del tubo digerente, ne permette il ricambio e della specie Faecalibacterium prausnitzii organismo la cui quantità è direttamente proporzionale al benessere intestinale.
Gli studi che comparano un regime alimentare ”normale” ad un regime di digiuno intermittente in generale mostrano i seguenti benefici per il microbiota intestinale:
Tutte le specie di Lactobacillus hanno mostrato un arricchimento significativo e costante nei campioni del gruppo in restrizione calorica, mentre il genere Clostridium (batterio cattivo) si è dimostrato ridotto in seguito a restrizione calorica con conseguente diminuzione delle funzionalità a esso correlate.
Le proteine riconducibili sia a Bacteroidetes sia a Prevotella hanno presentato buona espressione nel gruppo a digiuno, mentre le proteine di Oscillibacter sono risultate assenti nel proteoma del gruppo in restrizione calorica, inclusi numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli acidi grassi a catena corta.
Le funzionalità dell’acido propionico hanno presentato un incremento nel gruppo a digiuno. Ricordiamo che l’acido propionico ha effetto ipoglicemico, riduce l’enzima deputato alla sintesi del colesterolo, favorisce la peristalsi e riduce la acidosi metabolica. Un prolungamento del periodo di digiuno (cioè il riposo intestinale) potrebbe anche portare a una ridotta permeabilità intestinale e, di conseguenza, a endotossemia postprandiale attenuata e a un’infiammazione sistemica minore; fattori tipicamente elevati nell’obesità.
Chi può fare un percorso di digiuno intermittente?
L’elaborazione di un digiuno intermittente è bene ricordare che deve essere affidata a un Nutrizionista, che provvederà a eseguirlo su misura del paziente. Esistono situazioni in cui il digiuno potrebbe peggiorare fastidi o disordini di un soggetto, solo per citarne alcuni:
- Il reflusso gastroesofageo, può peggiorare
- Episodi di emicrania, possono aumentare
- Lieve stitichezza, può presentarsi in un primo momento
A livello cellulare i benefici del digiuno riguardano molecole e vie segnaletiche coinvolte nel controllo della fame, della proliferazione cellulare, del metabolismo dei grassi, dell’infiammazione e del diabete, per questo, l’applicazione del digiuno, elaborata da un Biologo nutrizionista o dal dietologo può essere favorevole per una serie di fattori:
Ad esempio: placare gli episodi di fame nervosa, ridurre la resistenza insulinica, ridurre alcuni fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (PCR), controllare l’omeostasi del profilo lipidico, favorire una perdita di peso equilibrata evitando l’effetto yo-yo.