NUTRIMED: hub di nutrizionisti anti-age

Gastrite e reflusso acido da stress!

Cosa può fare il Biologo nutrizionista per controllare ad aiutare la persona che soffre di gastrite o malattia da reflusso acido? Corretta alimentazione, qualche nuova abitudine, poco stress e nutraceutici… altro?

Gastrite e reflusso acido hanno spessissimo origine nervosa. Il sistema nervoso centrale infatti è direttamente collegato allo stomaco tramite fasci nervosi, un modo semplice per comprendere il loro collegamento è pensare a quando si è innamorati, momento in cui notoriamente si ”chiude lo stomaco”.

Questi collegamenti mente-apparato digerente sono più frequenti di quanto pensiamo: il cervello infatti, oltre che essere strettamente collegato allo stomaco, è collegato anche con l’intestino! Numerosi studi, negli ultimi anni, stanno ipotizzando come i batteri della nostra flora batterica possano determinare e condizionare le nostre emozioni, i nostri gusti alimentari e, di conseguenza, le nostre scelte alimentari.

Ad ogni modo, lo stress emotivo e fisico può aggravare o scatenare fastidi di stomaco. Per questo, il primo passo da compiere, è gestire lo stress!

Iperacidità di stomaco, bruciori, dolori, rallentamento della digestione, sapore amaro in bocca, lingua bianca al mattino, gonfiori post pranzo o sonnolenza e stanchezza, sono i sintomi classici. Questo accade perché le cellule predisposte alla formazione di acido cloridrico nel nostro stomaco lavorano troppo!

Oltre lo stress, altri fattori di rischio che predispongono a malattia da reflusso sono sicuramente il sovrappeso, l’abuso di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), l’utilizzo eccessivo del sale, i tossici tra cui fumo, alcool o inquinanti alimentari ed ovviamente l’ormai famoso Helicobacter Pylori.

La produzione di acido gastrico è necessaria principalmente per due motivi: primo, iniziare a digerire il materiale alimentare introdotto e scomporlo in parti più piccole pronte per essere digerite, secondo, ha una parziale azione disinfettante e quindi di protezione rispetto ciò che viene dall’esterno. Va da sé che troppo acido, o troppo poco acido, siano entrambe situazioni non idonee.

La produzione di acido inizia dalla vista del cibo, dall’odore del cibo, ma anche dalla consapevolezza che ”tra poco di mangerà”. Gli stimoli che permettono di produrre acido alle cellule dello stomaco sono tre:

  1. Un neurotrasmettitore: l’acetilcolina
  2. Un ormone; la gastrina
  3. Una molecola organica abbastanza nota per le allergie: l’istamina!

La disregolazione dei suddetti stimoli può provocare gastropatia emorragica o erosiva, nota anche come gastrite da stress.

Lo stress, specie se protratto nel tempo e non gestito, provoca il rilascio di angiotensina II, ormone che diminuisce il flusso sanguigno alle pareti dello stomaco. Ciò provoca la formazione di specie reattive dell’ossigeno, di conseguenza stress ossidativo a carico della mucosa dello stomaco. (Megha R et. al Stress-Induced Gastritis. 2021 Aug 31)

Per tamponare l’eccesso di acido, i classaci farmaci utilizzati sono gli antiacidi o Inibitori di pompa protonica. Il loro nome deriva dal fatto che inibiscono cioè bloccano una pompa che fa effluire nello stomaco ioni di idrogeno, i quali insieme al cloro generano acido cloridrico.

Merita attenzione l’ampio utilizzo di inibitori di pompa protonica. Gli ultimi dati sul loro utilizzo infatti evidenzia che circa la metà delle persone che utilizzano antiacidi potrebbero farne a meno, questo significa che se ne usano troppi e con troppa leggerezza!

Gli antacidi sono nella top ten dei farmaci più prescritti, andrebbero utilizzati sotto supervisione medica a dosaggi corretti.. ma così non è!

Una review pubblicata su Canadian Medical Association Journal fa il punto sui possibili effetti collaterali di un utilizzo cronico o indiscriminato: asserisce che gli effetti avversi sono per lo più rari, ma il larghissimo utilizzo rischia di rendere l’impatto considerevole. Quali possono essere i rischi?

Effetto degli inibitori di pompa protonica sul magnesio

In una Review del Dipartimento di Medicina Interna, Scuola di Specializzazione in Nefrologia, Università di Catania in collaborazione con la UOC Nefrologia e Dialisi, P.O. “San Giovanni di Dio”, Agrigento, si parla dell’effetto di questi farmaci sul metabolismo del Magnesio.

Sebbene i gli Inibitori di pompa protonica (che d’ora in poi chiameremo antiacido) abbiano un eccellente profilo di sicurezza, solo a causa del loro utilizzo eccessivo, smodato, protratto nel tempo e spesso non controllato può manifestare episodi di nefrite interstiziale [16], infezioni respiratorie [17], colite da Clostridium difficile [18] e fratture dell’anca [19]. Recentemente è stata, inoltre, riportata l’associazione tra ipomagnesemia, ovvero carenza di magnesio, ed uso prolungato di antiacidi.

Persino la Food and Drug Administration ha emesso una nota nel 2011 in cui ha sottolineato l’importanza dell’associazione tra l’uso a lungo termine di antiacidi ed ipomagnesemia [28]. È interessante notare come la carenza di magnesio sia rapidamente reversibile (entro 4 giorni) dopo sospensione dell’antiacido. Tuttavia, dopo la rapida normalizzazione della magnesemia, il ripristino della terapia con antiacido è associata ad una precoce insorgenza dell’ipomagnesemia (nel 70% dei casi entro i primi 4 giorni di terapia) [35].

Sebbene il perché questo avvenga non sia ancora del tutto chiaro, la via più plausibile è il ridotto assorbimento di magnesio a livello intestinale a causa della somministrazione di tale classe di farmaci. Il Magnesio è fondamentale per il metabolismo osseo, per le funzioni cerebrali, per le funzioni polmonari, per la protezione dal Diabete di tipo 2 e per la corretta funzione cardiaca.

Magnesio

I funghi medicinali rappresentano un aiuto prezioso: sono ricchi in ambito nutrizionale, ricchi di fibre, vitamine e minerali, sono ottime fonti di prebiotici che alimentano la flora batterica intestinale. Sono alimenti a tutti gli effetti, non vengono ancora annoverati nel mondo borderline dei nutraceutici.

La Micoterapia, la scienza che studia i funghi medicinali, si inserisce dove non ci sono altre possibilità chiare e semplici, provando a risolvere problemi dove mancano altre soluzioni: ansia lieve, astenia, fibromialgia, sindrome dell’ovaio policistico, sostegno alle difese immunitarie, qualità della vita percepita condizionata da dolore cronico.

Il fungo Hericium agisce sulla gastrite di origine nervosa

  1. Protettivo nei confronti delle pareti dello stomaco: Alcuni studi sui funghi medicinali, in particolare Hericium e Reishi, parlano di effetti protettivi a livello dello stomaco. Nella Medicina Tradizionale Cinese il fungo Hericium è da sempre utilizzato per proteggere la mucosa gastrica e nel trattamento delle gastriti. Inoltre, un polisaccaride estratto e purificato da Hericium, ha dimostrato in vitro la capacità di indurre apoptosi in cellule gastriche lesionate (Wang M, et al. . Int J Biol Macromol. 2015 Nov)
  2. Miglioramento degli stati psicosomatici e sostegno del SNC: parlando di gastrite di origine nervosa il fungo Hericium offre potenziali effetti anche a livello del Sistema Nervoso Centrale e degli stati psicosomatici. In particolare principi attivi chiamati hericenoni in vitro hanno migliorato i processi di mielinizzazione, favorendo la protezione della guaina mielinica una struttura che permette il passaggio di sinapsi tra neuroni.
  3. Effetto prebiotico per la flora batterica intestinale. Il fungo Hericium è una ottima fonte di beta glucani, fibre prebiotiche nutrimento per i batteri intestinali. Cosa c’entra questo con lo stomaco? C’entra eccome: perché è ormai noto un nuovo asse chiamato Asse microbiota-stomaco.
Fungo Hericium erinaceus

L’asse microbiota-stomaco: i probiotici in aiuto!

Uno dei principali attori nella malattia da reflusso e/o gastrite è un batterio: l’Helicobacter Pyori, un batterio. Lo stomaco e il suo microbiota possono essere considerati come due diversi “organi” che condividono lo stesso posto e hanno un impatto l’uno sull’altro.

La terapia di integrazione probiotica è una terapia emergente per il trattamento dell’H. pylori [ 8 ]. I probiotici sono definiti come microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite. I probiotici hanno vantaggi naturali, come la sicurezza, l’immuno-modulazione, la capacità anti-patogena e sono spesso usati per trattare malattie gastrointestinali da soli o in combinazione con farmaci. Si ritiene che la maggior parte dei probiotici colonizzi l’intestino umano e alcune specie, come Lactobacillus, possono colonizzare lo stomaco umano, antagonizzando direttamente o indirettamente H. pylori. È stato riportato che l‘assunzione di probiotici da soli può ridurre la carica batterica, mentre l’uso di probiotici insieme agli antibiotici può migliorare il tasso di eradicazione e alleviare gli effetti collaterali.

I trattamenti classici che combinano più antibiotici provocano danni al microbiota gastrointestinale con conseguente disbiosi intestinale. Inoltre, la diminuzione della secrezione di acido gastrico (dovuta agli antiacidi) può aumentare la mobilità di questi agenti patogeni, consentendo loro di circolare nel tratto gastrointestinale. Il circolo vizioso che si verifica in questi casi possono causare un calo dell’efficienza del trattamento e rendere difficile il ritrattamento.

L’antagonismo dei probiotici contro H. pylori si ottiene attraverso una serie di interazioni dirette o indirette, tra cui la secrezione di sostanze antibatteriche, l’inibizione competitiva, il potenziamento delle barriere mucose e la regolazione dell’immunità.

L’argomento è delicato: sebbene troppo acido nello stomaco sia deleterio, la sua funzione è preziosa. L’acido nello stomaco infatti digerisce le proteine, permette l’assorbimento di magnesio, calcio e ferro e, non da ultimo, ”sterilizza” i cibi ingeriti, neutralizzando possibili contaminanti.

Al contrario, un eccesso di acido può portare a tutti i sintomi tipici della gastrite o del reflusso gastroesofageo, oltre che indurre le persone ad un abuso di antiacidi. Di conseguenza si osservano fenomeni come: dispepsia (mancanza di acido) alla sospensione del farmaco, compromissione dell’assorbimento della vitamina B12, denaturazione della vitamina C e, (dato riferito agli ospedali), aumento del 69% di infezione ospedaliera da Clostridium.

La fitoterapia offre molte opportunità per calmare i bruciori di stomaco e per lenire le pareti infiammate dello stomaco. Tisane a temperatura ambiente a base di Melissa, Malva, Camomilla o Altea servono proprio a questo. Anche la conosciutissima Aloe possiede benefici nei confronti dello stomaco infiammato, soprattutto grazie alle sue mucillagini e glucomannani i quali contribuiscono a generare nuovo tessuto ed ottenere così un effetto cicatrizzante. Il Ministero della Salute Italiano riconosce a queste piante l’effetto fisiologico di ”Azione emolliente e lenitiva nei confronti del sistema digerente”.

Anche i carbonati di magnesio o di calcio possono tamponare l’acidità in eccesso e facilitare la digestione, soprattutto dopo il pasto.

Considerata la grande platea affetta da questo problema e la delicatezza dell’argomento, cosa si può fare? L’alimentazione e alcune abitudini possono calmare la sintomatologia? In alcuni casi si.

Sicuramente il tandem Alimentazione-Abitudini è la prima strategia di ”controllo” che se ben esercitata permette di:

  1. Ridurre il disagio rispetto ai sintomi
  2. Ridurre la frequenza della comparsa dei sintomi
  3. Ridurre la durata dei sintomi
  4. Ritardare (forse) l’impiego del farmaco che, insieme a netti benefici, si porta dietro inevitabilmente le problematiche sopradescritte.

In altre parole, prima di tutto, è importante provarci, ”aggiustare il terreno”, cercare di capire l’origine e provare a neutralizzarla. Ovviamente questo tipo di approccio deve essere effettuato assieme ad un professionista capace di ascoltare come un Nutrizionista o un Medico di Medicina Integrata.

Protocollo Nutrimed gastrite o reflusso acido

Protocollo Stomaco Nutrimed

Numero 1: ridurre drasticamente il sale da cucina e tutti gli alimenti che lo contengono come salsa di soia o dado da cucina. Può essere consigliato, per chi è abituato ad usarlo in abbondanza, iniziare eliminandolo totalmente per 3-4 giorni ogni settimana, in modo da ”disintossicarsi”. Vale la pena evitare gli alimenti che aumentano i problemi di stomaco o che rallentano la digestione. Cacao, piccante, spezie, alcool… occhio quando trovate ”glutammato’ sulle etichette: è sale!

Numero 2: Assicurati ogni giorno alimenti fermentati per sostenere la flora batterica intestinale. I batteri intestinali in salute controllano i batteri patogeni dello stomaco.

Numero 3: Rendere la digestione più semplice, diminuendo il volume dei pasti (una buona idea potrebbe essere sdoppiare tutti i pasti, mangiare ogni pasto in due momenti separati) anche e soprattutto la digestione serale, stop glutine alle 18.00.

NB. La restrizione calorica in alcuni casi potrebbe giovare alla gastrite, ma in altri casi potrebbe peggiorare i sintomi: consultare il proprio Biologo Nutrizionista.

Numero 4: attività fisica non troppo intensa: costante, frequente ma non troppo intensa e soprattutto non la sera!

Numero 5: Fitoterapia e Micoterapia possono correre in aiuto dello stomaco, anche in questo caso è raccomandato un consiglio personalizzato da parte di un professionista. Inoltre i disordini acidi possono compromettere l’assorbimento di magnesio, vitamina B12 e vitamina C per cui si consiglia di valutare una integrazione specifica.

Dr. Matteo D’Elia Biologo
Nutrizione e Nutraceutica Antiage
Test di Nutrigenetica
Approfondimenti:
Stress: biologia, adattamento e patologia.
Microbiota Intestinale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *